programma

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  • Mercoledì 14

    settembre

  • Tutte le storie vere sostengono di essere vere, ma quelle raccontate da Alessandro Barbaglia lo sono al 97%. E il resto? Il resto è meraviglia, immaginazione, stupore. Oppure… un pizzico di bugia. Chi riuscirà a scoprire il piccolo 3% di invenzione nella storia di due eserciti che la notte di Natale smettono si spararsi per giocare a pallone durante la Prima Guerra Mondiale? Oppure: quanto c’è di vero nella storia dell’uomo che ha rubato il cervello di Albert Einstein? E davvero la Gioconda è stata inchiodata sotto il tavolo di una cucina di un bilocale a Parigi e per il suo furto è stato accusato Pablo Picasso? E dove sta il dettaglio inventato nella vicenda del ragazzo che poteva cambiare la vita di tutti noi ma… guidava troppo piano per riuscire farlo? E davvero ci sono ventottomila paperelle che stanno attraversando l’oceano Pacifico proprio in questo momento? E il Wi-Fi è stato davvero inventato dall’attrice a cui il signor Walt Disney si è ispirato per disegnare Biancaneve? C’è poco da fare: tutte le storie sono anche bugiarde. Soprattutto quelle vere.
    Domosofia Young
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    Auditorium Floreanini

  • Convivio e cultura, un binomio inscindibile fin dai tempi degli antichi filosofi. Le stelle della cucina d’autore brillano sul festival in occasione dell’inaugurazione, in attesa della cena di chiusura di lunedì 19 settembre. Incontro con Giorgio Bartolucci, Franck Reynaud, Marco Sacco. Conduce Enrico Martinet
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Domosofia si apre con l’ideale passaggio di testimone con il Campionato del Mondo Skyrunning Sport e cultura della montagna per inaugurare il festival nello spirito della grande festa dei mondiali che hanno accesso i riflettori sullo splendido scenario naturalistico che abbraccia Domodossola e i suoi dintorni.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • (In caso di maltempo il concerto si svolgerà presso il Palatenda dell'oratorio di Via Monte Grappa). Per salutare il ritorno di Domosofia, serata in musica con il coro Vocal Excess che porterà a Domodossola un repertorio di canzoni tra le più famose e amate che hanno fatto la storia del rock e del pop internazionale dagli anni '60 a oggi.
    Festival in scena
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    Piazza Repubblica dell Ossola

  • Giovedì 15

    settembre

  • L'immagine che si ha degli scienziati è solitamente quella di persone serie. Accade però di sfogliare una rivista scientifica e imbattersi in pubblicazioni quali “Lo spennamento di un pollo come misura della velocità di un tornado.”. E non è insolito che a pubblicarle siano studiosi di un certo peso, con alle spalle premi e riconoscimenti internazionali.
Un riconoscimento annuale raccoglie le dieci ricerche più squilibrate, realizzate dai ricercatori di tutto il mondo, nelle più disparate discipline scientifiche: il premio Ig Nobel. Ma tali studi sono davvero inutili oppure nascondono insegnamenti pronti a stupirci?
    Domosofia Young
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    Auditorium Floreanini

  • La transizione “green” è oggi una sfida quanto mai imprescindibile nel concetto di nuovi sviluppi del futuro. Un’attuale strategia di crescita non può prescindere da obiettivi legati al tesoro che la nostra Terra, il nostro Pianeta, ci offre. Lo aveva già presente il filosofo Lavoisier quando affermava che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Oggi il suo pensiero è ancora del tutto attuale, soprattutto se ci si vuole muovere verso valori che ormai sembrano imprescindibili. Le nuove strade “green” dovranno entrare ovunque nel nostro futuro, e l’economia non ne resterà esclusa.
    Domosofia Young
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    Auditorium Istituto Galletti

  • La luccicanza dei tesori, dell’oro di Re Mida e delle monete. Sono questi gli elementi alla base dell’economia che hanno condizionato la storia dell’uomo. Eppure, oggi l’economia sta cercando nuove strade e nuove visioni dove la luccicanza viene dal tesoro della nostra Terra, il nostro Pianeta. E continua a essere attuale la regola di Lavoisier: in natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Ecco, il nuovo tesoro, un nuovo modo di vivere la crescita economica. Dove il valore e i valori sono ricombinati insieme.
    Conferenza
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    Piazza Rovereto

  • Il mondo è in disordine – annotava Domenico Quirico nell’introduzione de “Che cos’è la guerra. Il racconto di chi l’ha vissuta in prima persona, edito nel 2019 -. Ogni giorno, aprendo i giornali, guardando la televisione, avviando Internet, abbiamo gli occhi spalancati sul Male. La guerra ci circonda, ci assedia, ci soffoca, l’uomo, la donna, il bambino del terzo millennio ne sentono perennemente l’odore e il suono: dall’altra parte del nostro mare e in fondo alle savane africane, sulle montagne di quella che un tempo era la Via della seta e il confine del regno effimero e favoloso di Alessandro Magno, la guerra annienta i segni lasciati dalle prime civiltà umane nella terra che sta tra il Tigri e l’Eufrate, si trasferisce nelle ricche città dell’Occidente assumendo la forma subdola ma sanguinosa del terrorismo. Si uccide per tutto: etnia, religione, materie prime, controllo politico dei territori, riscatto di sconfitte che risalgono a secoli fa. Si uccide con tutto: droni e missili che costano milioni di dollari e machete comprati al mercato per pochi centesimi, impugnando un mitra che anche un bambino soldato alto poco più dell’arma può far funzionare, o alla guida di aerei che richiedono sofisticate lauree in ingegneria. Il vecchio dio Marte ha a disposizione gli altoparlanti dei nuovi media per richiamare al suo servizio eserciti di discepoli. Sembrava aver esaurito i suoi riti con il massacro nelle trincee della Prima guerra mondiale e con l’ecatombe della Seconda. E invece… Queste parole suonano oggi come una profezia. A “Domosofia” la voce, l’umanità, la testimonianza del grande inviato che la guerra l’ha incontrata al fronte, raccontata e vissuta nel suo inarrestabile orrore.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Nella pittura di Sironi la donna è soprattutto l'immagine dell'uomo: è l’immagine dell'essere umano, colto nella sua vulnerabilità e nella sua fatica di vivere. Raramente la rappresenta come mera espressione di bellezza e di grazia, come simbolo di un’avvenenza fine a stessa. Nei suoi quadri la figura femminile non è mai una presenza solo decorativa e non nasce da una concezione estetizzante, ma porta nell’opera il riverbero di una luce dolorosa. Certo, può mostrare segni di sensualità, come accade negli anni dieci alle sue ballerine futuriste col seno scoperto e le scarpette dal tacco alto. Sironi, anzi, è uno dei primi futuristi a riprendere il tema del nudo, che Boccioni e compagni deprecavano. Tuttavia la violenza e l’essenzialità del suo stile attenua fino quasi ad annullarlo il richiamo erotico dell’immagine. Nei nudi dei tardi anni Venti e dei decenni successivi, poi, la consapevolezza del peso, in tutti i sensi, del corpo, prevale sul loro potere seduttivo. Più che attrazione, il nudo femminile suscita spesso un senso di compassione schopenhaueriana per la sua sofferenza.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Ingresso gratuito in abbinamento al biglietto della mostra "Nel segno delle donne" (8 euro), fino a esaurimento dei posti disponibili. Prenotazione obbligatoria al numero 338.5029591 o all'indirizzo cultura@comune.domodossola.vb.it Chi se non la scintillante Ippolita Baldini poteva partecipare alla IV edizione di Domosofia, dedicata quest’anno alla “Luccicanza”? Ebbene sì, l’attrice, nota al pubblico di Zelig per il personaggio di Lucy, converserà con Antonio D’Amico su tutta la sua carriera teatrale, evidenziando due aspetti unici dei personaggi da lei inventati. Anzitutto il fatto che provengono dalla cultura del nostro teatro comico. Le sue maschere, infatti, come il noto personaggio di Lucy o la prima Marchesa, sono nate sotto l’influenza e l’ispirazione di quelle che Ippolita chiama “Le mie donne Franche”, intendendo Franca Valeri e Franca Rame: nella conversazione con D’Amico si potrà approfondire quindi come Ippolita abbia scoperto queste due grandi attrici e cosa ama del loro teatro. Ma non solo: oltre a scandagliare la passione per il palcoscenico di Ippolita sin dalle sue origini, si scoprirà un’altra caratteristica peculiare dei personaggi della Baldini: pur interpretando la svagatezza e la superficialità insita in molte persone che ci circondano, nelle sue maschere, di fondo, resta viva una possibilità di rinascita e di coraggio. I suoi personaggi non sono risolti, ma hanno una coerenza di base, una conoscenza di se stessi e dei valori di fondo che li rendono lontani dalla volgarità e l’irruenza in cui spesso è immerso il mondo attuale, anche del cabaret. Una comicità che ha una sua essenza colta, quindi, perché parte dalle origini del nostro teatro contemporaneo e porta avanti un’idea di società con dei valori. Come dimostra anche il nuovo personaggio della Baldini, la Regina Margherita, che verrà presentato proprio in anteprima per il festival di Domosofia.
    Festival in scena
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    Palazzo San Francesco

  • Venerdì 16

    settembre

  • L’intelligenza artificiale è ormai un elemento centrale nella vita di tutti i giorni, capace di generare una profonda trasformazione del modo in cui prendiamo decisioni o compiamo azioni. Stiamo progressivamente delegando la nostra autonomia a sistemi automatizzati di analisi e interpretazione della realtà in cui viviamo. Ci siamo mai chiesti, però, come funziona l’intelligenza artificiale? Ci siamo mai soffermati a interrogarci su come ragiona, e su come il suo ragionamento influenza il nostro modo di pensare? Il workshop “Educare a pensare” è un percorso alla scoperta dell’intelligenza artificiale e del modo in cui ragiona. E’ un’esperienza di curiosità e di comprensione, per riscoprire il valore insostituibile dell’intelligenza umana.
    Domosofia Young
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    Auditorium Floreanini

  • Viviamo in un’epoca storica di profonda trasformazione della conoscenza e del modo in cui il pensiero si genera, si diffonde e si modella. L’automazione dei processi decisionali, sempre più influenzati da sistemi di intelligenza artificiale, ci chiama a definire un nuovo ruolo del pensiero umano. In un mondo in cui tutto sembra ormai dipendere dalla centralità dei dati, quale valore assume la realtà che non può essere datificata? In un contesto in cui tutto deve poter essere tradotto in numeri, quale valore assume la realtà non quantificabile? La conferenza affronterà, attraverso un excursus storico-culturale, l’evoluzione del concetto di immaginazione, per mettere in luce la rilevanza essenziale del pensiero umano in un presente tecnocentrico, in una condizione di vita di costante, inquieta, talvolta contraddittoria, volontà di miglioramento.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Nelle società occidentali proliferano sindromi complottiste, infondate teorie cospirative, pregiudizi antiscientifici, credenze premoderne. E la libertà, che per due secoli era stata legata indissolubilmente al dispositivo critico della ragione umana, ora si cerca nella fuga fatale nell’irrazionale e nel pensiero magico, con cui si pretende di decifrare il presunto senso occulto e inconfessabile della realtà. In passato la ragione era lo strumento con cui proteggersi dall’incertezza dell’ignoto e dai rischi esistenziali. Mentre oggi sembra aver perso la sua forza di persuasione e registriamo una inquietudine crescente. Perché una porzione della società è caduta nel sonno fatuo della ragione? Il grande progetto della modernità, fondato sulla razionalità della tecnica e del diritto, sembra in crisi, consumato, a poco a poco, dal «disincanto del mondo». Come tornare a dare un senso al nuovo disordine mondiale?
    Conferenza
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    Piazza Rovereto

  • La coscienza, si dice, è quella cosa che scompare la sera quando ci addormentiamo e ricompare la mattina al nostro risveglio. Una definizione chiara ma che ci consegna un mistero sulla nostra capacità di percepire l’ambiente, di sentirci vivi, di interrogarci sul nostro destino. Come emerge dal cervello fatto di cellule nervose l’impalpabile e straordinaria gamma dei sentimenti ed emozioni che ci rende umani? La ricerca che oggi coinvolge diverse discipline non ha ancora trovato una risposta condivisa, anche se la presenza decisiva della coscienza è un’evidenza chiara e incontrovertibile. Lo stesso può dirsi della creatività, che tutti sappiamo riconoscere ma che non sapremmo però né definire né spiegare. Riccardo Manzotti, filosofo con formazione scientifica, docente allo Iulm di Milano, da tempo è impegnato a cercare nuove vie per risolvere il rebus che avvolge la coscienza e restituirci una descrizione di come essa compaia. Alberto Voltolini, filosofo della mente dell’Università di Torino, lavora su ciò che riguarda la finzione e le entità che non esistono ma di cui parliamo e che tanto peso hanno nella nostra esistenza. Coordinati da Andrea Lavazza, studioso di scienze cognitive al Centro Universitario Internazionale di Arezzo e all’Università di Pavia, Manzotti e Voltolini incroceranno i temi di coscienza e creatività per dare una prospettiva innovativa sulle proprietà che più ci caratterizzano e ci individuano come persone uniche e irripetibili.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Il mondo è in continuo cambiamento, l'epidemia di Covid e una guerra alle porte dell'Europa sono sono gli ultimi esempi di realtà che stanno trasformando gli assetti geopolitici e anche noi stessi. Ne parlerà Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica.
    Conferenza
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    Piazza Rovereto

  • Cielo, stelle, luna, spiragli di luce, finestre affacciate su un mondo scintillante: sono alcune delle più ricorrenti metafore di bellezza e luminosità che ricorrono nell’opera di Lucio Dalla. Dai primi esperimenti musicali al filone favolistico e narrativo inaugurato con “4/3/1943”, dalla straordinaria collaborazione col poeta Roberto Roversi alla sorprendente svolta dei testi scritti da lui stesso, grondanti commozione e ironia insieme, un’antologia di questo indimenticabile repertorio viene ripercorsa da un gruppo di appassionati musicisti, integrata da notizie e commenti offerti da un esperto della materia. Nathalia Sales canto Camilla Baraldi pianoforte Marco Pasetto fiati Luca Pighi percussioni Enrico de Angelis voce narrante
    Festival in scena
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    Auditorium Floreanini, scuole medie Floreanini, via Terracini, 14

  • Sabato 17

    settembre

  • Che valore hanno i 10 comandamenti nella società di oggi? Il libro “Comandamenti per la libertà”, a cura di Gaia De Vecchi e Alberto Mattioli, vuole essere una rilettura in chiave moderna dei Dieci Comandamenti, una provocazione per passare dall’io al noi, per ripensarsi in un impegno comune per rinnovare un insieme di condizioni che permettano a ciascuno di perseguire la propria realizzazione umana. Il Decalogo interroga sia la coscienza religiosa di chi crede sia la coscienza civile di tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà, di generazione in generazione.
    Incontro con l'autore
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    Cappella Mellerio

  • Per anni si è pensato che fosse poco più di una leggenda, eppure sono molti i racconti nelle antiche saghe nordiche che parlano di "sólarsteinn", le pietre del sole usate dai vichinghi per orientarsi nella navigazione. Una delle proprietà fisiche della pietra del sole, ovvero il cristallo di calcite, è quella di creare una doppia rifrazione della luce: in questo modo, ruotando opportunamente il cristallo, è possibile individuare la posizione del sole anche in presenza di un cielo coperto. Quando le nuvole cancellavano ogni punto di riferimento, la particolare “luccicanza” di questo minerale aiutava gli esploratori a non perdersi e segnava la strada da percorrere. Naturalmente il cristallo di calcite non era altro che uno strumento, ma uno strumento fondamentale, perché aveva l'obiettivo di "detectare" la luce anche in condizioni di buio estremo. Con quali strumenti stiamo navigando noi nel tempo delle nuvole? E quali sono quelli che la generazione millennials sta apprendendo a usare per scoprire il mondo, gli altri e sé stessi? La sensazione è che, anziché il cristallo di calcite, spesso e volentieri l’umanità si rifletta nello specchio d’acqua di Narciso, alimentando desideri autoreferenziali e onde concentriche che ci impediscono di vedere con chiarezza i contorni della verità. È quello su cui, da divulgatore, mi sono interrogato quando ho realizzato le interviste pubblicate in “A un metro dal futuro”, il libro in cui venti ragazze e ragazzi hanno scelto di raccontarmi speranze e paure di una generazione sospesa. Un viaggio città per città, paese per paese, attraversando lo stivale da nord a sud e ritorno, in cui ho raccolto le loro domande scomode e le loro provocazioni figlie d’inquietudine, ma anche di una singolare forma di lucentezza. È quello su cui ogni giorno, da pubblicitario, mi interrogo con i miei collaboratori e i nostri clienti. Perché l’advertising oggi non è più una tela bianca da riempire, ma un "sistema di navigazione" attraverso valori e visioni che hanno un senso sia per la marca che per le persone. E la cosa più bella che possa accadere è quando la comunicazione “risuona” con le vibrazioni latenti di un a società in divenire e riesce a rendere il mondo un posto migliore. È quello su cui da uomo e da padre, mi interrogo davanti ai dubbi e alle incertezze dei miei figli che insieme a noi assistono perplessi all’attuale stream ininterrotto di notizie “buie”. Perché credo che, piuttosto che specchiarci nella gratificazione individuale dei nostri singoli ego, l’unica soluzione possibile sia quella di sporcarci le mani collettivamente e scavare insieme, alla ricerca della sostanza preziosa che possa riportare la luce in un tempo di nuvole.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Oggi più che mai, in questo particolare momento storico, sentiamo il bisogno di dare un senso alla nostra vita, di nuovi stili di vita, di nuove sfide. Non basta ripartire. C’è bisogno di nuove energie. Di tornare a brillare e di cogliere scintille di futuro. "L'uomo è un essere imitativo, apprende la vita con gli occhi. Questo è il motivo per cui in ogni tempo e in ogni luogo ha sempre fissato lo sguardo su qualcuno per capire se stesso” afferma don Luigi Maria Epicoco nel presentare il suo ultimo volume “La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente”. E’ proprio questa caratteristica dell’uomo che ha saputo dare origine ai grandi testi del passato che hanno saputo guidare l’uomo e attraversare secoli e generazioni, dall’Iliade al Signore degli Anelli passando per la Bibbia. Tra queste, l’Eneide di Virgilio, è quella che secondo Epicoco si presta più delle altre a essere la chiave di lettura del presente. “La scelta di Enea” diventa così la rilettura di un'opera fondante della nostra cultura e uno strumento per interpretare la contemporaneità. Una lente attraverso la quale riflettere sul presente che "scarseggia di speranza e ha bisogno di guardare e di credere nella primavera in attesa sotto la neve dell'inverno che stiamo vivendo."
    Incontro con l'autore
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    Cappella Mellerio

  • Si pensa erroneamente che il bene non faccia notizia. Lo dimostra la pioggia di cattive notizie, spesso anche "aumentate" in gravità e particolari macabri, di cui grondano tante trasmissioni televisive del pomeriggio e della sera, le prime pagine di molti quotidiani, i telegiornali. La realtà però è diversa: non solo il bene è ancora ben presente nella nostra società e addirittura cresce proporzionalmente ai problemi, ma le persone hanno sete di notizie positive. Diffondere l'idea che tutto vada male, che non ci sia nulla da sperare per il futuro, che i giovani non abbiano ideali, che i furbi l'abbiamo vinta sugli onesti, che i nostri destini siano esclusivamente gestiti da poteri forti e occulti, che la scienza voglia il nostro male ecc ecc, non solo è errato (fake news) ma anche criminale, poiché descrive la realtà attraverso specchi deformanti e soprattutto contribuisce a rubare sogni e speranze. Come giornalista e scrittrice, seguo ovviamente anch'io le storie tragiche e faccio inchieste su ciò "che non va", ma cerco sempre di mettere in luce anche l'altro lato della medaglia: il volontariato, le istituzioni che funzionano, i diritti che vengono rispettati, la giustizia quando trionfa, la speranza che non cede nemmeno di fronte alle più crude difficoltà, il bene che nasce anche del peggiore dei mali. Non è ottimismo, è semplicemente realismo: perché se, nonostante le pecche di noi umani, questa Terra va avanti, è proprio perché c'è sempre e ovunque un esercito di uomini e donne che nel silenzio fanno il loro dovere e anche di più. Quando li scopriamo li chiamiamo santi o eroi, con tanta retorica, in realtà sono persone straordinarie nell'ordinario. Ritengo, per mia esperienza, che non occorra essere uno scienziato o un genio: chiunque può dare il massimo nel proprio ambito e con questo cambiare una porzione di mondo, dal barista che ti fa il caffè sorridendo, al casellante che ti saluta al pagamento in autostrada. Raccontare queste piccole grandi storie è una forma di giornalismo realmente rivoluzionario.
    Conferenza
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    Piazza Rovereto

  • Siamo sempre più protagonisti delle vicende di questo pianeta, soprattutto a partire dalla comparsa di Homo sapiens: un fenomeno globale, costellato di grandi innovazioni tecnologiche, da miglioramenti nell’organizzazione dello spazio abitato, nel modo di sfruttare un territorio, dalla piena affermazione dell’arte parietale e mobiliare, dell’adorno personale e della musica. Un successo consolidato anche dalla costruzione di relazioni e dall’affermazione di unità etnografiche. Con un focus sull’eterno confronto Neandertal-Sapiens, nel corso di questo incontro con l’archeologo Marco Peresani e l’antropologa Giovanna Belcastro i temi del lungo percorso evolutivo saranno affrontati con una retrospettiva archeologico-antropologica, stimolando interrogativi e riflessioni sul nostro prossimo futuro. Ci si interroga infatti sul perché una popolazione di oltre 8 miliardi di persone faccia parte della stessa e unica specie emergente, circa 300 000 mila anni fa, dal processo evolutivo umano, Homo sapiens, e sul perché, pur nella diversità, siamo così “soli”. Siamo, infatti, un fenomeno del tutto “anomalo” se confrontato con tutte le altre specie viventi e che può essere spiegato considerando che l’evoluzione umana è insieme biologica e culturale.
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • La luccicanza è visionarietà, capacità di leggere la realtà in prospettiva, forza interiore e pensiero positivo. Aspetti che non sono sfuggiti al professor Gianfranco De Turris e agli autori che hanno firmato i racconti contenuti nel libro “Decamerovirus”. Un prodotto della quarantena, un’opera sfaccettata e multiforme, a dimostrazione che non sempre una costrizione psicofisica, come quella che vide la chiusura e il blocco di tutta una nazione per settanta giorni, è qualcosa di negativo, ma può inaspettatamente stimolare, volendo, l’immaginazione creatrice con risultati del tutto soddisfacenti. In quei giorni al professor Gianfranco De Turris non sfuggì il collegamento alla peste di nove secoli prima e al libro del Boccaccio. Da cui il titolo e la struttura. “Ho immaginato che un nobile riunisse nel suo castello venti amici che, due al giorno per dieci giorni, intrattenessero gli ospiti con le loro narrazioni di volta in volta realistiche, fantascientifiche, fantastiche, orrorifiche basate direttamente o indirettamente sulla pandemia. Storie dilettevoli non solo per trascorrere il tempo ma anche per dar da pensare sul passato, presente e futuro del morbo, sulle sue origini misteriose, sugli effetti concreti e psicologici individuali e generali, sul suo possibile sviluppo, tra ammonimento e divertimento” spiega l’autore.
    Incontro con l'autore
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    Piazza Rovereto

  • La storia è costellata di grandi illusioni, e di grandi delusioni. Lo stiamo vivendo di nuovo in questi giorni, durante i quali vediamo crollare il sogno di una pace perpetua, almeno nella nostra vecchia Europa, che avevamo cullato per decenni, anche a costo di chiudere più o meno consapevolmente gli occhi di fronte a quanto “non tornava” con questo nostro sogno. Ma è l’intera storia dell’umanità a essere costellata di questi cicli di illusioni e disillusioni, che hanno toccato l'apice nel corso del Novecento quando sono diventati fenomeni di massa. Dalla Grande Guerra “sola igiene del mondo” rivelatasi poi “inutile strage”, ai totalitarismi rossi e neri, che avevano promesso paradisi in terra e non hanno prodotto che inferni, fino alle più recenti ideologie sconfitte, rinate e riciclate, alle illusioni della globalizzazione economica e informatica: i bagliori dei fuochi fatui della storia continuano ad attrarre gli uomini. Che, come tante falene, bruciano le loro ali.
    Conferenza
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    Piazza Rovereto

  • Che cos’è la scienza per Einstein? Einstein ha dedicato la sua intera vita agli studi scientifici, donandoci moltissimi approfondimenti specialistici, affatto rivoluzionari. Ma come immaginava lui stesso la scienza? Prendendo le mosse da questa domanda, si illustrerà e si commenterà, analiticamente, uno straordinario disegno einsteiniano con il quale il grande fisico tedesco ha messo in evidenza quelli che riteneva essere i punti e i motivi fondamentali e costitutivi del pensiero scientifico. Per Einstein infatti la scienza rinvia, in primo luogo, al pensiero scientifico. Un pensiero scientifico che si costruisce entro una polarità antinomica: quella del mondo-della-vita e quella dell’astrazione. Ma come si passa dalla vita (il Leben) al pensiero (al Geist)? Secondo Einstein grazie alla funzione dell’immaginazione che ci consente, appunto, di pervenire ad alcuni assunti ipotetici. Assunti ipotetici (per es. E=mc2) dai quali poi si ricavano – per via logico-matematica rigorosamente deduttiva – delle conseguenze che devono essere sempre poste in relazione – attraverso la mediazione della tecnologia – con il mondo-della-vita. Entro questo preciso disegno del pensiero scientifico è agevole scorgere come Einstein delinei un’immagine della scienza affine a quella concepita dal padre riconosciuto della scienza moderna, Galileo Galilei. Questa loro sintonia di fondo ci consente di meglio intendere il valore concettuale della scienza, ovvero quella dimensione di pensiero spesso negata e/o cancellata.
    Festival in scena
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    Chiesetta di San Giuseppe, via Paolo della Silva

  • Il segreto è nella luce. Sta tutto qui il fascino esercitato da sempre dagli oggetti luccicanti sulla fantasia degli uomini delle culture e delle civiltà più diverse. L’irresistibile richiamo dello shining, di una luccicanza che sembra avere in sé qualcosa di soprannaturale. Avercela avuta in tempo di COVID-19 questa capacità di veggenza. La pandemia invece ha dimostrato concretamente che la scienza va avanti per tentativi ed errori e insegue la natura che spesso ci riserva sorprese. Ci volevano eventi estremi, una pandemia e una guerra in Europa, per chiarire che la salute e la democrazia sono conquiste sociali, non naturali e sta ad ognuno di noi la responsabilità di prenderne atto e reagire di conseguenza. Negli ultimi due anni, caratterizzati dalla pandemia da COVID-19, il discorso sulla scienza è diventato improvvisamente vicino al pubblico generalista. Si è commentato e valutato il valore della scienza, addirittura facendo classifiche di preferenze degli scienziati. Accanto ai ricercatori, influencer e personaggi pubblici che di ricerca non ne hanno mai fatta, hanno iniziato litigare nei vari talk show, sui giornali, sui social. Così fin da subito, alla pandemia si è aggiunta l’infodemia: la diffusione spropositata di informazioni, in parte vere e in parte false. In questo tempo di oggettiva confusione, la scienza è stata vista come inconcludente, discriminatoria, coinvolta in conflitti di interesse ed economici. Ci siamo trovati di fronte ad una situazione inattesa e non si è riusciti a comunicare in modo adeguato l’incertezza, non rassicurare i cittadini ma informarli per renderli resilienti. L’emergenza Covid-19 ha offerto una straordinaria opportunità per riflettere sul ruolo della scienza nella società e sui suoi cambiamenti al di là dei pregiudizi e degli schemi più tradizionali e (apparentemente) rassicuranti.
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    Piazza Rovereto

  • L’esplorazione del sistema solare è da sempre un tema che affascina l’umanità. Lo è stato ancora di più negli ultimi 50 anni, da quando cioè le missioni spaziali sono entrate nelle nostre case. Da quel momento gli scienziati di tutto il mondo non si sono mai fermati nel ricercare il fascino delle scoperte di quello che c’è o potrebbe esserci al di fuori della nostra atmosfera terrestre. Dalle tappe fatte negli ultimi decenni, a quelle che ci aspetteranno: ne parleranno due ingegneri ossolani: Andrea Accomazzo e Mauro Prina.
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    Cappella Mellerio

  • La simpatia e il talento di Gianmarco Tognazzi per una serata dedicata alle luci del cinema e del palcoscenico, alle luccicanze di un'arte che fabbrica sogni e indaga la vita. Di padre in figlio, dall'indimenticabile Ugo a Gianmarco, Domosofia festeggia il cinema italiano, una passione senza confini ieri, oggi e domani.
    Festival in scena
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    Auditorium Floreanini, scuole medie Floreanini, via Terracini, 14

  • Domenica 18

    settembre

  • L’emergenza climatica non è più una profezia catastrofista, ma un fenomeno in accelerazione che ci sta coinvolgendo con sempre maggiore evidenza. La sua portata in soli 100 anni è raffrontabile alla perturbazione avvenuta durante il passaggio da un periodo glaciale ad uno interglaciale durato, invece, 11.300 anni. Fronteggiare questa evenienza globale è una sfida che può essere vinta solo ripensando il rapporto fra uomo e natura, applicando soluzioni innovative e adottando nuovi stili di vita. Serve una nuova consapevolezza, una luccicanza frutto della fiducia dell’uomo nella scienza e della volontà di riportare l’equilibrio nel delicato sistema che consente la vita sulla terra. Possiamo fare qualcosa per evitare la “crisi climatica” o abbiamo raggiunto il punto di non ritorno? Interviene a Domosofia il climatologo Filippo Giorgi, direttore della Sezione di Fisica della Terra al Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, unico scienziato italiano nel Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, premio Nobel per la pace 2007. Massimo esperto a livello internazionale nel campo delle scienze geofisiche, modellistica climatica e cambiamenti climatici, nel 2018 ha pubblicato un libro divulgativo sui cambiamenti climatici edito dalla FrancoAngeli dal titolo : L'uomo e la Farfalla. Sei Domande su cui Riflettere per Comprendere i Cambiamenti Climatici.
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    Cappella Mellerio, piazza Rovereto

  • Avere un’intuizione è provare una sicurezza verso qualche cosa che non è suscettibile di alcuna verifica immediata, e in questo modo si sceglie, imparando a fidarsi delle proprie sensazioni. Daniel Kanheman parla, a questo proposito, dell’attivazione repentina ed inconscia del Sistema Uno della nostra mente, rispetto al più affidabile Sistema Due. Nell’intuizione luminosa (la mia idea di luccicanza) gli aspetti cognitivi ed affettivi della nostra interpretazione del mondo si fondono a tal punto da risultare fonte di creatività, anche se gli errori sono sempre dietro l’angolo! Ma, senza svolte ed angoli, la nostra vita sarebbe decisamene monotona. Cerchiamo quindi di comprendere, vedere meglio ed analizzare, cosa accade nella nostra mente quando l’occasione di questi angoli alimenta atteggiamenti ed azioni innovative e riflessioni progettuali, sia dal punto di vista individuale che della specie umana.
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    Piazza Rovereto

  • Stiamo forse assistendo, con scarsa consapevolezza e molta instabilità, ad una significativa trasformazione del rapporto che l’uomo intrattiene con se stesso e col mondo circostante. Potremmo ipotizzare , accettando il rischio della forzatura, che il tempo che viviamo sia un nuovo Medioevo da intendersi come luogo del non più e del non ancora , caratterizzato dalla disarticolazione delle precedenti forme dell’ esistere, siano esse le identità di genere o i modelli relazionali o gli stili educativi. Sciogliendosi i vincoli della ripetizione rimangono le tensioni delle scelte che impongono un nuovo protagonismo ad ogni soggetto ; l’espansione delle possibilità produce al contempo entusiasmo e paura , fenomeni contrastanti che tradotti in termini psichici ci segnalano la possibile emersione di scintille creative così come di sterzate restauratrici. Sta a noi comprendere l’enorme potenzialità di questo tempo per favorire il cambiamento
    Conferenza
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    Cappella Mellerio

  • Luciano Garofano è stato coinvolto nelle indagini che hanno cercato di far luce su alcuni fra i più drammatici casi di cronaca nera degli ultimi decenni. È diventato un solido punto di riferimento non solo per le indagini forensi, ma anche per quanti si appassionano alla soluzione di delitti che per la loro efferatezza scuotono l’opinione pubblica. Si è, infatti, occupato di casi di enorme impatto, tra i quali la strage di Erba, il serial killer Bilancia, il delitto di Novi Ligure, il caso Cogne, il delitto di Garlasco e numerosi altri. Garofano dimostra come le conoscenze scientifiche possano contribuire alla soluzione di delitti apparentemente insolubili. Grazie alle analisi del DNA, a microrilievi ottici a luci alternate sul luogo del delitto e ad altre rivoluzionarie tecnologie, oggi è possibile riscontrare l'evidenza di una prova senza lasciare alcun margine di dubbio. Competenza professionale, acume investigativo e grandi doti divulgative ne hanno fatto un protagonista non solo della scena del crimine, ma anche di quella mediatica.
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    Piazza Rovereto

  • In poco più di cento anni la figura dell’archeologo è cambiata radicalmente, specializzandosi sempre di più ed appropriandosi di tecniche ed applicazioni pertinenti a molteplici discipline scientifiche, asservendole alle proprie esigenze. L’acquisizione delle nuove tecniche scientifiche applicate all’archeologia ha consentito all’archeologo di impiegarsi anche in ambito forense, così come è stato per Salsarola chiamato a occuparsi dei più famosi cold case. Quali sono gli indizi che accendono la scintilla per arrivare alla risoluzione dei casi più difficili? Salsarola lo racconterà a Domosofia.
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    Piazza Rovereto

  • "Luccicanza" è una luminescenza particolare, la luccicanza inventata da Stephen King nel suo classico Shining, che contiene in sé un qualcosa di luminoso, di forte e tenace e indicibile come un presagio. Ma, al di là delle implicazioni orrorifiche, che costituiscono gran parte del suo fascino, somiglia molto a un concetto filosofico altrettanto intrigante e misterioso: l’intuizione, quella speciale visione che permette di vedere oltre i fenomeni, senza trascenderli. Quello sguardo perspicuo che abbraccia, insieme, particolare e universale, e che sta in cima alla piramide della teoria spinoziana della conoscenza; e che comprende in sé, anche, un immenso capitale poetico.
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    Cappella Mellerio

  • Analogie fra la Fisica del microcosmo e quella del macrocosmo, che, seppur descritte da leggi differenti, sembrano condividere un apparato matematico, sottostante, poco conosciuto. Una conversazione sulla Matematica nell'Universo: come Algebra e Geometria hanno accompagnato e stimolato lo sviluppo della Fisica. Lo fanno ancora oggi. E probabilmente lo faranno sempre.
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    Cappella Mellerio

  • Nel volume “In nome del popolo televisivo” Valerio de Gioia e Adriana Pannitteri firmano un saggio sul fenomeno dei crimini a grande impatto mediatico. “Quarto grado”, “ Chi l’ha visto”, “Domenica live”, “Mattino cinque”, “Vita in diretta”. Una ricerca dell’Istituto di Pavia pubblicata nel 2014 e relativa al periodo 15 settembre-15 dicembre 2014 – quindi non recentissima ma attuale nelle considerazioni – osservava che la narrazione della cronaca nera avviene soprattutto attraverso un campione di 10 trasmissioni televisive spalmate sulle diverse reti caratterizzate dall’intreccio ormai conosciuto tra informazione e intrattenimento. Drammi personali e collettivi sono entrati a far parte di quella che, a tutti gli effetti, possiamo chiamare “tv del dolore”, caratterizzata, di volta in volta, dal tentativo virtuoso di accendere i riflettori su fatti che toccano l’opinione pubblica ma più spesso indulgendo su spettacolarizzazione, accanimento mediatico, eccesso di narrazione empatica con casi di vera e propria denigrazione, fino al cosiddetto obbrobrio del processo al processo. Insomma, cattive pratiche. Come è accaduto a suo tempo per alcuni cold case: pensiamo alla riapertura delle indagini relative all’omicidio di Simonetta Cesaroni a via Poma e al nuovo processo, rimasto comunque uno dei grandi misteri irrisolti in questo paese, o alla scomparsa di Angela Celentano sul Monte Faito (tante le segnalazioni poi sfumate), alla drammatica vicenda di Serena Mollicone e, da ultimo, alle speranze che si sono riaccese sulla possibilità di ritrovare la piccola Denise Pipitone. Oggi la televisione è diventata “madre, sorella o zia”, luogo nel quale il conduttore o la conduttrice si rivolgono ai familiari delle vittime dando loro del tu, ostentando talvolta una oscena empatia per il dolore dell’altro. La tv dinanzi alla quale si resta inchiodati perché c’è sempre l’annuncio di una svolta o di una nuova verità, sovente somministrata di puntata in puntata a piccole dosi, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione e con essa lo share. Una scatola magica, dal fascino irresistibile, nel bene e nel male. La vera sfida è non farsi intrappolare.
    Incontro con l'autore
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    Piazza Rovereto

  • L'ironia di Leonardo Manera mette a nudo l'Homo Modernus, la sua fascinazione per la tecnologia e il "cambiamento che spesso succede senza che neanche ce ne accorgiamo". La vita del giorno d'oggi che rivela aspetti insopportabili come "le persone che pensano a scolpirsi gli addominali e poi sbagliano i congiuntivi, i politici che danno sempre la colpa al governo precedente, i cibi vegani travestiti da non vegani e il minestrone che oggi diventa frammenti dell'orto sospesi in lacrime vegetali". Luccicanze della vita moderna che forse luccicano meno di quanto sembri, presentate con l'irresistibile comicità pensosa che caratterizza l'artista e i suoi personaggi, specchio di una società che non sempre sa dove sta andando.
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  • L’ex magistrato Palamara e il giornalista Sallusti affrontano nel loro ultimo volume "Lobby e logge" i misteri del “dark web” del Sistema, la ragnatela oscura di logge e lobby che da sempre avviluppa varie figure del nostro paese e che decidono se avviare o affossare indagini e processi e che, come scrive Sallusti, “usano la magistratura e l’informazione per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi altrimenti irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine propedeutiche ad altre e ancora maggiori utilità. Per cambiare, di fatto, il corso naturale e democratico delle cose”. Le rivelazioni di Palamara e Sallusti smascherano un mondo parallelo dilaniato al suo interno da inconfessabili interessi, che agisce dietro le quinte, su binari di legalità formale, e si infiltra pericolosamente nelle crepe del sistema giudiziario.
    Incontro con l'autore
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