Una serata all’insegna dell’arte e del divertimento con l’attrice e comica Ippolita Baldini e il critico d’arte Antonio D’Amico.
Ingresso su prenotazione con inclusa visita alla mostra. Biglietto d’ingresso 5 euro.
Una serata all’insegna dell’arte e del divertimento con l’attrice e comica Ippolita Baldini e il critico d’arte Antonio D’Amico.
Ingresso su prenotazione con inclusa visita alla mostra. Biglietto d’ingresso 5 euro.
Nella pittura di Sironi la donna è soprattutto l’immagine dell’uomo: è l’immagine dell’essere umano, colto nella sua vulnerabilità e nella sua fatica di vivere. Raramente la rappresenta come mera espressione di bellezza e di grazia, come simbolo di un’avvenenza fine a stessa. Nei suoi quadri la figura femminile non è mai una presenza solo decorativa e non nasce da una concezione estetizzante, ma porta nell’opera il riverbero di una luce dolorosa.
Certo, può mostrare segni di sensualità, come accade negli anni dieci alle sue ballerine futuriste col seno scoperto e le scarpette dal tacco alto. Sironi, anzi, è uno dei primi futuristi a riprendere il tema del nudo, che Boccioni e compagni deprecavano. Tuttavia la violenza e l’essenzialità del suo stile attenua fino quasi ad annullarlo il richiamo erotico dell’immagine. Nei nudi dei tardi anni Venti e dei decenni successivi, poi, la consapevolezza del peso, in tutti i sensi, del corpo, prevale sul loro potere seduttivo. Più che attrazione, il nudo femminile suscita spesso un senso di compassione schopenhaueriana per la sua sofferenza.
Il mondo è in disordine – annotava Domenico Quirico nell’introduzione de “Che cos’è la guerra. Il racconto di chi l’ha vissuta in prima persona, edito nel 2019 -. Ogni giorno, aprendo i giornali, guardando la televisione, avviando Internet, abbiamo gli occhi spalancati sul Male. La guerra ci circonda, ci assedia, ci soffoca, l’uomo, la donna, il bambino del terzo millennio ne sentono perennemente l’odore e il suono: dall’altra parte del nostro mare e in fondo alle savane africane, sulle montagne di quella che un tempo era la Via della seta e il confine del regno effimero e favoloso di Alessandro Magno, la guerra annienta i segni lasciati dalle prime civiltà umane nella terra che sta tra il Tigri e l’Eufrate, si trasferisce nelle ricche città dell’Occidente assumendo la forma subdola ma sanguinosa del terrorismo. Si uccide per tutto: etnia, religione, materie prime, controllo politico dei territori, riscatto di sconfitte che risalgono a secoli fa. Si uccide con tutto: droni e missili che costano milioni di dollari e machete comprati al mercato per pochi centesimi, impugnando un mitra che anche un bambino soldato alto poco più dell’arma può far funzionare, o alla guida di aerei che richiedono sofisticate lauree in ingegneria. Il vecchio dio Marte ha a disposizione gli altoparlanti dei nuovi media per richiamare al suo servizio eserciti di discepoli. Sembrava aver esaurito i suoi riti con il massacro nelle trincee della Prima guerra mondiale e con l’ecatombe della Seconda. E invece…
Queste parole suonano oggi come una profezia. A “Domosofia” la voce, l’umanità, la testimonianza del grande inviato che la guerra l’ha incontrata al fronte, raccontata e vissuta nel suo inarrestabile orrore.
La luccicanza dei tesori, dell’oro di Re Mida e delle monete. Sono questi gli elementi alla base dell’economia che hanno condizionato la storia dell’uomo. Eppure, oggi l’economia sta cercando nuove strade e nuove visioni dove la luccicanza viene dal tesoro della nostra Terra, il nostro Pianeta. E continua a essere attuale la regola di Lavoisier: in natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Ecco, il nuovo tesoro, un nuovo modo di vivere la crescita economica. Dove il valore e i valori sono ricombinati insieme.
La transizione “green” è oggi una sfida quanto mai imprescindibile nel concetto di nuovi sviluppi del futuro. Un’attuale strategia di crescita non può prescindere da obiettivi legati al tesoro che la nostra Terra, il nostro Pianeta, ci offre. Lo aveva già presente il filosofo Lavoisier quando affermava che in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Oggi il suo pensiero è ancora del tutto attuale, soprattutto se ci si vuole muovere verso valori che ormai sembrano imprescindibili. Le nuove strade “green” dovranno entrare ovunque nel nostro futuro, e l’economia non ne resterà esclusa.
L’immagine che si ha degli scienziati è solitamente quella di persone serie. Accade però di sfogliare una rivista scientifica e imbattersi in pubblicazioni quali “Lo spennamento di un pollo come misura della velocità di un tornado.”. E non è insolito che a pubblicarle siano studiosi di un certo peso, con alle spalle premi e riconoscimenti internazionali. Un riconoscimento annuale raccoglie le dieci ricerche più squilibrate, realizzate dai ricercatori di tutto il mondo, nelle più disparate discipline scientifiche: il premio Ig Nobel. Ma tali studi sono davvero inutili oppure nascondono insegnamenti pronti a stupirci?